Sempre più persone nel mondo sono soggette a stati depressivi, anche in Italia è un fenomeno in forte crescita con una prevalenza in anziani e donne. Coloro che soffrono di depressione presentano un umore depresso, appunto, una marcata tristezza quotidiana con la tendenza a non riuscire più a provare lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Le persone colpite da depressione si sentono sempre giù, nella maggior parte del tempo hanno dei pensieri negativi e il loro umore ne risente enormemente, è come se provassero un vero e proprio dolore nel vivere, situazione che li porta a non riuscire a godersi più nulla. Lo stress è veramente nocivo per la nostra salute? La risposta può essere parzialmente un no, infatti uno stress moderato può far "bene", ma le persone che rimangono stressate per un lungo periodo rischino di incorrere nella depressione. Uno stress prolungato nel tempo comporta una vera e propria stanchezza psicofisica che diminuisce le capacità dell'organismo di gestire i cambiamenti d'umore, con conseguenti disturbi d'ansia e disordini bipolari. C'è però da dire che un po' di stress è utile in quanto mantiene l'organismo vigile e pronto a reagire al pericolo, prepara il corpo a rispondere, migliorando le prestazioni non solo di tipo sportivo ma anche lavorativo. Il problema è quando lo stress diventa troppo. Uno stress prolungato aumenta il livello di particolari ormoni, come il cortisolo (noto anche come ormone dello stress), e riduce i livelli di serotonina e altri neurotrasmettitori del cervello come la dopamina, un neurotrasmettitore endogeno collegato alla depressione. E' assolutamente fondamentale cogliere i segnali della depressione sin dal loro esordio, che sono:
-un appetito aumentato o diminuito
-aumento o diminuzione del sonno
-rallentamento motorio o eccessiva agitazione
-forte tendenza a svalutarsi
-mancanza della capacità di concentrazione
Individuati i sintomi, una cura non appropriata rischia di fare solo una 'sciacquatura' dei sintomi. Al contrario, una corretta terapia è l'unico modo per evitare pericolose ricadute. Purtroppo oggi capita che nella metà dei casi la malattia si ripresenta nel giro di quattro anni dal primo attacco, una situazione che espone il paziente a un alto rischio di cronicizzazione della depressione.
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